Sei in grado di stabilire con certezza quanti dei tuoi dati siano online in questo momento?
Mentre stai leggendo è molto probabile che tu abbia uno smartphone in tasca, un tablet in borsa, un notebook sulla scrivania, ecc.
La prima cosa che questi dispositivi richiedono, alla prima accensione, è la configurazione di un account legato al produttore del sistema in uso. Apple, Google, Microsoft sicuramente sono i più noti, ma non gli unici.
Questi account vengono utilizzati per un sacco di funzionalità, come per esempio l’acquisto di applicazioni che potranno essere scambiate tra tutti i dispositivi di nostra proprietà, la sincronizzazione di musica, foto, filmati, ecc.
I primi minuti di vita nascondono già un’insidia!
Quando acquisti un nuovo gingillo tecnologico, spesso sei colto da irrefrenabile frenesia e l’unica cosa a cui miri è riuscire ad utilizzarlo e provarlo il prima possibile. Sovente questo comporta una riduzione istantanea delle facoltà cognitive, e i passaggi iniziali della configurazione vengono sovente presi molto alla leggera. Il guaio è che, solitamente, uno dei primi passaggi consiste appunto nella creazione di un account (Apple, Microsoft, Google, ecc.) al quale verrà associato questo dispositivo e tutti i tuoi successivi dispositivi.
L’account è composto da una username (un indirizzo email) e da una password ed è qui che rischi di commettere il primo errore. Vedo utenti generare account con password 1234, 0000, proprio nome, nome del cane, la parola password, data di nascita di figlio, mamma, nonna, cane. Tutte password che possono essere scoperte in un batter di ciglia da qualcuno che volesse accedere al tuo account.
Il secondo grande errore è un errore di valutazione, e si verifica non appena esprimo il mio dissenso in merito alla password scelta. “Guarda che la password che hai scelto è banale, rischi che l’account ti venga bucato”. Risposta: “No, no. Lascia quella altrimenti me la dimentico. Tanto chissenefrega… Non ci sono segreti, lo uso solo per la musica…”.
In realtà il dispositivo comincerà a sincronizzare online qualsiasi cosa: foto scattate, filmati registrati, documenti, annotazioni, appuntamenti, contatti. Per te, utente, la comodità sta nel fatto che, qualora dovessi acquistare un altro dispositivo con lo stesso sistema, tutti i contenuti sarebbero immediatamente sincronizzati. Di contro, chiunque avesse accesso all’account, avrebbe modo di leggere e copiare tutti i dati in esso contenuti. E spesso non vorremmo che tutto il contenuto del nostro telefono finisse in mano ad uno sconosciuto, sbaglio?
E’ di queste ore la notizia di un grosso furto di dati digitali a discapito di parecchie star di Hollywood, modelle e cantanti, che hanno visto finire in rete scatti hot e foto intime rubate dai rispettivi account iCloud. L’accusa da parte delle fanciulle, titolari degli account violati, è andata a Apple, gestore del servizio cloud. Siamo sicuri che, invece, non siano semplicemente state vittime di loro stesse?
3 consigli per migliorare la sicurezza
Come puoi fare, quindi, per aumentare notevolmente la sicurezza dei tuoi dati online?
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Scegli delle password sicure. Esistono anche dei tool che generano password casuali e con diversi criteri di complessità. Ad esempio ne trovi uno cliccando qui.
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Non utilizzare la stessa password per diversi scopi. Spesso gli utenti scelgono una password e se la portano dietro tutta la vita. Questo significa che se venisse carpita da qualcuno, questi avrebbe accesso a praticamente tutto.
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Non sincronizzare online tutto e in modo indiscriminato. Tieni conto che spesso i dati sincronizzati dal dispositivo rimangono online anche dopo la loro cancellazione.
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