Nell’articolo precedente ho parlato della configurazione di StorageCraft ShadowProtect e della funzionalità di HeadStart Restore per la replica di una macchina virtuale tra due host Hyper-V.
In questa seconda parte parlerò di come completare il restore in caso di crash della macchina principale e di come avviare dunque il server virtuale sul secondo nodo.
Sul secondo host preparo una VM nuova, con le caratteristiche identiche a quella in funzione sul primo host (stessi processori, RAM), ma alla quale non assegno nessun disco rigido.
Come unità ottica della nuova virtual machine, monto l’ISO del CD di recovery di StorageCraft, reperibile qui.
Questa impostazione fa in modo che l’avvio della macchina virtuale avvenga dalla ISO qualora non ci sia un hard disk pronto per il boot. In presenza invece di un disco rigido, non intervenendo manualmente per forzare il boot da CD, la macchina si avvia regolarmente dal disco rigido virtuale.
Consiglio di lasciare la scheda di rete sconnessa così da poter avviare la macchina per un test senza generare conflitti eventuali con il server di produzione. Sarà possibile collegare la scheda in caso di necessità anche a macchina avviata.
Come detto nell’articolo precedente, il VHD del secondo host viene alimentato continuamente dall’agente ShadowControl ImageManager tramite il job HSR, ad eccezione delle ultime 6 ore che, per sicurezza, ho deciso di non applicare immediatamente. In caso di necessità di restore, quindi, il primo passo da eseguire sarà quello di finalizzare il VHD con le ultime 6 ore. Per farlo, dall’interfaccia di ImageManager clicco sulla spunta verde nella sezione relativa a HSR.
La procedura di restore chiede a questo punto a quale momento si intende finalizzare il VHD. Seleziono un giorno e un’ora alla quale ripristinare la VM.
Confermo la finalizzazione e attendo il termine delle operazioni.
Una volta conclusa la finalizzazione, tramite la console di Hyper-V connetto il VHD generato da ImageManager alla macchina virtuale.
A questo punto posso avviare la virtual machine, la quale eseguirà il boot dall’immagine del CD ad essa agganciata. Seleziono quindi la lingua italiana.
Per questa operazione non è necessaria la connessione di rete, quindi alla richiesta di configurazione per il supporto di rete scelgo Annulla.
Ora seleziono la Configurazione HIR (Hardware Independent Restore).
Seleziono il VHD da ripristinare e clicco su Avvia.
A fine operazione chiudo la finestra di report e, dal menù Strumenti, seleziono la voce Boot Configuration Utility.
Seleziono il volume principale e clicco su Auto Ripara. Questa operazione rende avviabile il VHD e consente alla VM di eseguire il boot correttamente.
Reso avviabile il volume esco dalla procedura e, tramite il menù File, esco anche dall’ambiente di ripristino. Clicco quindi su Reboot e attendo il riavvio del sistema. Viene segnalato un arresto “sporco”, quindi seleziono manualmente di avviare windows in modo normale.
Ed ecco l’avvio corretto del server.
A questo punto è possibile impostare il backup di ShadowProtect in modo che le operazionei tra gli host siano invertite, così da continuare a mantenere la protezione del server e consentire un ripristino sull’altro nodo.
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